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LICENZIATO LEGITTIMAMENTE PERCHE’ MALTRATTA LA MOGLIE

3 Apr

La Cassazione, con sentenza n. 31866/2024, ha confermato il licenziamento per giusta causa di un dipendente condannato per maltrattamenti e violenze ai danni della moglie, indicando che il comportamento extralavorativo, oltre ad essere rilevante penalmente, può esserlo anche disciplinarmente.

Infatti, il dipendente deve compiere la prestazione richiesta dal contratto di lavoro e non porre in essere, fuori dall’ambito lavorativo, comportamenti che possano danneggiare gli interessi morali ed economici del datore di lavoro.

Perciò è giustificato il licenziamento per giusta causa per una condotta extralavorativa che integra un reato e che sfocia in una sentenza irrevocabile di condanna, caratterizzata, sia pure nell’ambito di rapporti interpersonali o familiari, dal mancato rispetto della altrui dignità e da forme di violenza e sopraffazione fisica e psichica, non sporadiche, bensì abituali.

E ciò, a maggior ragione, quando le mansioni del lavoratore sono delicate – come quelle di un incaricato di pubblico servizio con costante contatto col pubblico – ed esigono un rigoroso rispetto verso gli utenti e capacità di autocontrollo.

Pertanto, il lavoratore deve rispettare gli obblighi morali e di civiltà, anche all’interno della propria sfera privata e se non lo fa si espone anche al rischio di licenziamento a causa della rottura del rapporto di fiducia che deve sussistere tra datore di lavoro e dipendente.

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